Cinema vietnamita: dagli esordi ai grandi classici
Il cinema vietnamita ha una storia fortemente collegata alle vicende che il Vietnam ha affrontato negli ultimi cento anni. Dal periodo coloniale francese, passando per la divisione del Paese e l’occupazione americana, fino alla riunificazione e all’apertura al mondo, il cinema vietnamita ha affrontato (e raccontato) tutti gli snodi più importanti.
Vediamo insieme la storia del cinema vietnamita per fasi, tenendo insieme il contesto storico, i progressi artistici e l’affermarsi dei vari generi. Ne viene fuori una raccolta dei grandi classici e dei film che hanno rappresentato una svolta nella storia del cinema del Vietnam!
Il cinema vietnamita durante l’occupazione francese
I primi lungometraggi con attori e tecnici locali (ma con registi francesi) risalgono agli anni Venti. Il film Kim Vãn Kiều (La storia di Kieu, del 1923) di E.A. Framechon è considerato il primo lungometraggio prodotto in Vietnam e anche l’opera che ha dato vita al cinema vietnamita.
I primi film veramente vietnamiti furono prodotti da Huong Ky, fotografo di Hanoi, che creò la Huong Ky Film Company. La sua società produsse documentari come Il funerale di Khai Dinh e La cerimonia del trono dell’imperatore Bao Dai, entrambi del 1926.
Le prime catene cinematografiche erano tutte di proprietà francese: si trattava la Indochine Films et Cinema e la Société des Cineastes de l’Indochine. Insieme con alcuni imprenditori sino-vietnamiti, queste società finanziarono la costruzione di alcuni cinema. Nel 1927 erano appena poco più di trenta, tutte ovviamente nelle zone urbane.
Tra il 1937 e il 1940 l’Asia Film Group Studio di Hanoi produsse film come Trọn với tình, Khúc khải hoàn e Toét sợ ma. Sono stati i primi film vietnamiti con il sonoro.
Il cinema per raccontare la lotta per l’indipendenza
Nel 1945 il Ministero dell’Informazione e della Propaganda creò al suo interno il dipartimento cinematografico. Di conseguenza, l’industria del cinema del Vietnam virò su temi indipendentisti con il racconto della lotta contro l’occupazione francese nella prima guerra d’Indocina. Il Ministero contribuì a organizzare squadre di proiezione itineranti e ha costruito unità mobili di proiezione di film, trasportate su vagoni ferroviari, per proiettare film per il pubblico in tutto il paese.
Nel 1953 Ho Chi Minh decretò la creazione della Vietnam Movie and Photography Enterprise. Ciò cementò l’industria cinematografica all’interno dell’apparato statale. Ne conseguirono un finanziamento maggiore e, a sua volta, un aumento della produzione. A questo particolare periodo risalgono documentari come Trận Mộc Hóa (La battaglia di Mộc Hóa, del 1948), Trận Đông Khê (La battaglia di Đông Khê, del 1950 ), Chiến thắng Tây Bắc (La vittoria del Nord-ovest, del 1952), Việt Nam trên đường thắng lợi (Il Vietnam sulla strada per la vittoria, del 1953) e Dien Bien Phu del 1954.
Il cinema vietnamita negli anni della divisione e dell’occupazione americana
A partire dal 1954, con la fine della Guerra indocinese e la nascita di due nazioni separate, si svilupparono cinematografie indipendenti. Queste erano molto diverse per tematiche e qualità della produzione.
Il Vietnam del Sud ha prodotto film di intrattenimento di vario genere, dai film d’azione alle commedie. Il tema della guerra era comunque presente, perlopiù come sfondo a vicende familiari. Uno dei film più rappresentativi è Chúng Tôi Muốn Sống (Vogliamo vivere) di Vinh Noan, che racconta la riforma agraria intrapresa dal regime comunista nel Nord.
A partire dal 1968 si iniziarono a produrre anche film di propaganda anticomunista, come Xin nhận nơi này làm quê hương (Per favore accetta questo posto come casa tua) di Hoang Vinh Loc.
Il cinema del Vietnam del Nord inizialmente si focalizzò su temi come la divisione del Paese e la vita rurale. Alcuni dei film più rappresentativi sono Chúng một dòng sống (Viviamo sulle rive dello stesso fiume, del 1959), Vợ chồng A Phu (Gli sposi A Phu, del 1961) e Chị tú hầu Bai Sao (La servetta di Bai Sao, del 1963).
Dalla metà degli anni Sessanta, con l’inasprirsi delle tensioni e della guerriglia nel Sud, il governo nordvietnamita iniziò ad utilizzare il cinema come arma di propaganda mettendo il tema della guerra e della resistenza decisamente al centro della produzione nazionale. Erano spesso film realizzati con intenti didattici, in cui si insegnava come vivere sottoterra, come installare una trappola, come organizzarsi o curare i feriti.
I film nordvietnamiti riscossero successo anche nei festival cinematografici dell’Europa dell’Est. Nel 1959 il documentario Nước về Bắc Hưng Hải (L’acqua ritorna a Bắc Hưng Hải) ha vinto il primo premio al Festival Internazionale del Cinema di Mosca. Nel 1963 il film Chị Tư Hậu (Sorella Tư Hậu) ha vinto il secondo premio alla manifestazione.
Il cinema vietnamita dopo la Riunificazione
Dopo la riunificazione del Paese del 1976, il cinema vietnamita si è concentrato sugli sforzi compiuti durante il conflitto e sui problemi sociali da affrontare nel dopoguerra. Il tema bellico è rimasto quindi centrale. Ad esempio, in Cánh đồng hoang (Il campo abbandonato, del 1979) Nguyen Hong Sen racconta la storia di una coppia che vive sul fiume Mekong sotto i bombardamenti americani rifugiandosi nelle acque della palude.
A questo periodo appartengono anche alcuni film di denuncia. Tra questi, uno dei più significativi è Hy vọng cuối cùng (L’ultima speranza, del 1981) di Tran Phuong. Il film è incentrato sul degrado morale e sulla corruzione dei dirigenti dopo la riunificazione.
Altri film, come Hà Nội Trong Mắt Ai e Chuyện tử tề (entrambi di Tran Van Thuy) sono entrambi stati banditi per diversi anni dal governo vietnamita a causa del contenuto critico nei confronti del regime.
Uno dei grandi classici di questo periodo è sicuramente Bao Giờ Cho Đến Tháng Mười. È un film vietnamita del 1984 di Dang Nhat Minh. Il titolo si traduce con “Quando arriva ottobre”, ma il film è stato distribuito all’estero anche con il titolo “L’amore non torna indietro”. Si tratta del primo film vietnamita del dopoguerra ad essere proiettato in Occidente. In quanto grande classico, ancora oggi fa talvolta capolino in qualche università italiana tra una lezione e l’altra di lingua vietnamita. Il film evidenzia le sofferenze psicologiche causate dalla guerra attraverso la storia di una vedova il cui marito è morto durante il conflitto.
Il cinema vietnamita durante gli anni Novanta
La liberalizzazione economica iniziata con le riforme Đổi mới nel 1986 si è tradotta in una progressiva abolizione dei sussidi statali per l’industria cinematografica. Ciò ha causato un forte calo produttivo nel settore negli anni Novanta. Tuttavia, è proprio in questo periodo che il cinema vietnamita ha iniziato a riscuotere successo internazionale. Il regista franco-vietnamita Tran Anh Hung, con il suo lungometraggio Mùi đu đu xanh (Il profumo della papaya verde) vinse il premio come Miglior Opera Prima al Festival del Cinema di Cannes del 1993. Il profumo delle papaya verde è il primo film vietnamita (e al momento ancora l’unico) ad essere nominato agli Oscar.
Anche il secondo lungometraggio di Tran Anh Hung, Xích lô (Cyclo, 1995), è stato acclamato a livello internazionale. Il film ha vinto il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia.
Agli anni Novanta appartengono anche i film Đồi Cát e Ba Mùa. Il primo, distribuito all’estero con il titolo Sandy Lives, è del regista Nguyen Thanh Van. Nel film si raccontano le conseguenze imprevedibili e di lunga durata della guerra attraverso la storia di una donna di mezz’età in attesa del ritorno del marito dal fronte dopo vent’anni.
Ba Mùa è conosciuto all’estero come Three Seasons. Il film è del regista Tony Bui, nato in Vietnam ma cresciuto in California. Non è tecnicamente considerato un film vietnamita, quanto piuttosto il primo film americano girato in lingua vietnamita in Vietnam dopo la guerra.
Il cinema del Vietnam dagli anni Duemila
A partire dagli anni Duemila l’industria cinematografica vietnamita ha iniziato a cambiare rapidamente. Il governo ha permesso la proliferazione di case di produzione private per incoraggiare la competizione, lo spirito d’iniziativa e gli investimenti. A tal proposito, molte società di produzione private hanno trovato il proprio modo di svilupparsi, realizzando film adatti alle esigenze e ai gusti degli spettatori e collaborando con partner stranieri.
Quanto ai generi, in anni più recenti gli sforzi produttivi si sono orientati sulle commedie in misura decisamente maggiore rispetto al passato. Sono emerse anche registe esordienti che hanno riscontrato grande successo grazie alla capacità di rivolgersi al pubblico con nuovi temi.
Emerge la volontà dei produttori e cineasti vietnamiti di trasferire un’immagine diversa del Paese all’esterno. Ciò significa meno propaganda, un allineamento ai temi e al gusto globalizzato che il mercato impone, la descrizione di una classe media che sta diventando l’ossatura del Vietnam, una progressiva metabolizzazione del passato.
Tra i film vietnamiti più iconici o più significativi del Duemila segnaliamo:
2000-2004
Mùa hè chiều thẳng đứng (2000). Conosciuto in Italia con il titolo Solstizio d’estate, questo film è considerata l’ultima parte della “trilogia del Vietnam” di Trần Anh Hùng – regista de Il profumo della papaya verde e Cyclo. Anche qui la storia, incentrata su tre sorelle di Hanoi, le loro famiglie e i triangoli amorosi, ha trovato il riscontro della critica.
Gái Nhảy (Bar Girls, 2003) di Le Hoang. Un film che ha scosso il pubblico con la sua rappresentazione cruda della vita notturna delle giovani prostitute tra stupri, droga e Aids.
Mùa len trâu (Buffalo Boy, 2004) di Minh Nguyen-Vo. Ambientato nelle pianure del Vietnam meridionale, questo potente racconto di formazione mostra i ritmi della vita quotidiana e della cultura delle popolazioni strettamente legate all’acqua. Tra i numerosi riconoscimenti, nel 2004 ha vinto il primo premio al Locarno Film Festival.
Áo Lụa Hà Đông (Il vestito di seta bianco, 2004) di Luu Huynh. Ambientato negli anni Cinquanta, durante il dominio coloniale francese, il film segue le vicende di una famiglia di sei persone tra povertà e violenza. Attraverso il film, viene evidenziato il significato e il simbolismo dell’ao dai, l’iconico abito seta indossato dalle donne vietnamite.
2005-2015
Chuyến đi cuối cùng của chị Phụng (L’ultimo viaggio di Madam Phung, 2014) di Nguyen Thi Tham. È un film documentario sulle disavventure di un gruppo di cantanti transgender che gira per il Paese per intrattenere il pubblico con attività fieristiche nelle aree rurali.
Đập cánh giữa không trung (2014) di Nguyen Hoang Diep. Il film racconta il viaggio di una studentessa di Hanoi dopo aver scoperto di essere incinta e il suo rapporto con le persone che la circondano. Ha ricevuto diversi premi internazionali, tra cui il premio fedeora per il Miglior Film alla Mostra di Venezia e il premio come Miglior Regista al Bratislava International Film Festival 2014.
Em là bà nội của anh (letteralmente Sono tua nonna, ma conosciuto all’estero con il titolo Sweet 20, 2015) di Phan Gia Nhật Linh. È un remake del 2015 del film coreano Miss Granny, commedia socio-psicologica su una donna di settant’anni che si trasforma di nuovo in una ragazza di venti.
Tôi Thấy Hoa Vàng Trên Cỏ Xanh (Fiori gialli sull’erba verde, 2015). Ambientato in un villaggio di campagna del Vietnam, è una toccante storia di amore, amicizie e fratellanza.
2016-2018
Song lang (2018) di Leon Lê. Narra l’improbabile legame formato tra un esattore di debiti e un artista di cải lương nella Ho Chi Minh City degli anni Ottanta.
Vợ ba (La terza moglie, 2018) di Ash Mayfair. È un film drammatico in costume che segue il percorso intrapreso da una ragazza di quattordici anni nel Vietnam del Diciannovesimo secolo. Pluripremiato all’estero, ha vinto il Toronto International Film Festival nel 2018 in cui era stato presentato in anteprima. In Italia, nel 2020, ha vinto l’Asian Film Festival. Decisamente più complessa è stata l’accoglienza in Vietnam. La controversia riguardante le scene intime che coinvolgono l’attrice protagonista, che aveva 13 anni al momento delle riprese, ha portato Mayfair e i suoi produttori a ritirare il film dai cinema dopo quattro giorni dal debutto nelle sale.
2019-2020
Thưa Mẹ Con Đi (Goodbye Mother, 2019) di Trinh Dinh Le Minh. Il film mette in luce l’amore nella comunità LGBTQ+ vietnamita. Ambientato nel bellissimo delta del Mekong, il film racconta il viaggio di Van e del suo partner Ian nel cercare l’accettazione della loro relazione dai loro familiari. A differenza di altri film LGBTQ+ vietnamiti che spesso sono storie d’amore tragiche, Goodbye Mother normalizza la relazione omosessuale. Tuttavia, il film non evita la dura realtà delle aspettative di genere per le coppie nella società vietnamita, oltre alle responsabilità che tradizionalmente ricadono quando si è l’unico figlio della famiglia.
Hai Phượng (distribuito all’estero col titolo Furie, 2019) di Lê Văn Kiệt. Un film d’azione che presenta al grande pubblico internazionale il Vovinam, ovvero l’arte marziale vietnamita. È stato il primo film vietnamita ad approdare nei cinema americani. Per qualche anno la pellicola con maggiori incassi nella storia del cinema vietnamita. È disponibile su Netflix: lo abbiamo presentato qui.
Ròm (2019) di Tran Thanh Huy. Vincitore di molti premi internazionali e unanimemente riconosciuto come uno dei migliori film vietnamiti del nuovo millennio. In Italia ha partecipato nel 2020 al Giffoni Film Festival. Nel 2021 ha vinto il primo premio all’Asian Film Festival (e a presentarlo in sala c’eravamo anche noi di TuttoVietnam).
Tiệc Trăng Máu (distribuito all’estero col titolo Blood Moon Party, 2020) di Quang Dung Nguyen. Una commedia generazionale, un divertente e riuscito remake in salsa vietnamita di “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese.
2020-ad oggi
Bố già (distribuito all’estero col titolo Dad, I’m sorry, 2021) di Trấn Thành e Vũ Ngọc Đãng. Ritratto picaresco di una famiglia disfunzionale, con le incomprensioni tra un padre quasi troppo ingenuo nella sua bontà e un figlio Youtuber. Bố già è il film con maggiori incassi di tutti i tempi nella storia del cinema vietnamita.
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2014-2024:
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