Da alcuni anni, il Viet Nam non è più soltanto un Paese geograficamente lontano, segnato da un passato, al tempo stesso, drammatico e leggendario. Il Viet Nam di oggi è in piena trasformazione e attraversa una fase di grande sviluppo. Con una crescita che si muove su medie elevate, questo angolo di Asia costituisce oggi una delle economie più floride del Sud-est asiatico, del tutto integrata nei flussi di commercio internazionale. Il Paese ha al suo attivo numerosi accordi bilaterali e multilaterali – è membro di ASEAN (Association of South East Asian Nations), OMC, APE (Asia Pacific Economic Cooperation), ASEM (Asia-Europe Meeting) e ha costituito zone di libero scambio con varie parti del mondo.
I rapporti tra Italia e Viet Nam, che hanno radici antiche, sono stati formalizzati nel 1973. Nei primi 40 anni di relazioni bilaterali i due Paesi hanno saputo intessere un quadro complesso e articolato di collaborazione bilaterale, in un crescendo di iniziative che ha toccato numerosi settori. Il 2013 ha segnato un momento di svolta e un cambio di registro qualitativo, che si è concretizzato con la firma di una dichiarazione congiunta, a ratifica di un Partenariato strategico bilaterale e di un Piano d’azione, cui viene ad aggiungersi un Accordo di libero scambio tra UE e Viet Nam, attualmente in fase di negoziato.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un costante incremento del novero di aziende italiane che operano o investono in Viet Nam e l’interscambio commerciale fra i nostri due Paesi è pressoché raddoppiato; nel 2013, le esportazioni italiane sono aumentate del 35%, mentre gli investimenti italiani hanno raggiunto un valore considerevole – anche se molte opportunità restano da cogliere e vi ancora è ampio spazio per nuove iniziative.
In questo quadro, l’Accordo di Partenariato siglato fra Italia e Viet Nam rappresenta uno strumento estremamente utile per mettere a frutto le complementarità esistenti tra le PMI italiane e vietnamite. È, in particolare, sul fronte degli investimenti che il Partenariato può fare la differenza, considerando soprattutto il ruolo di “Paese-ponte” assunto dal Viet Nam. Le imprese italiane, in questa prospettiva, partendo dal Viet Nam, possono raggiungere posizioni di mercato nei Paesi ASEAN e di tutta la regione asiatica – in ragione delle rete di accordi regionali sottoscritti dal Viet Nam.
Va ribadito inoltre che le trasformazioni in atto nell’economia vietnamita e la progressiva crescita del reddito pro-capite possono indurre le imprese italiane a considerare il Viet Nam come un Paese non solo atto a ospitare investimenti manifatturieri o produttivi, ma altresì come un interessante mercato di sbocco anche per i prodotti del Made in Italy, un mercato a fortissima potenzialità di consumo.
La stabilità politica, l’aumento del benessere interno e una legge sugli investimenti – che tende a equiparare, in numerosi settori, la posizione degli investitori stranieri a quella degli investitori locali -, sono fra i principali fattori che fanno oggi del Viet nam un terreno ricco di opportunità per le imprese italiane; un mercato giovane e in espansione che offre possibilità uniche.
L’Italia ha una miriade di piccole imprese, capaci di fare cose straordinarie, che ora, in tempi di crisi, debbono mettere in campo nuove strategie di business per affrontare il “mercato globale”. È una sfida, certo, ma una sfida che il mercato vietnamita può accogliere con compiutezza: il Viet Nam è pronto a ricevere gli investimenti italiani con tutto il calore possibile. Del resto, se guardare al mondo con curiosità e interesse porta lontano, guardare al Viet Nam significa sicuro successo perché l’Italia – con la capacità innovativa e la creatività delle sue imprese -, è considerata dai vietnamiti con una speciale simpatia e il Made in Italy è altamente apprezzato nell’area.
Sandra Scagliotti
Console onorario RS Vietnam,
Intervento congressuale, Brescia 2014.
(Per gentile concessione del Consolato R.S. Vietnam)
Foto di Daniele Salvo