La storia di una associazione culturale è, innanzitutto, la storia degli atti che essa ha realizzato. La regola vale a maggior ragione per l’Associazione Nazionale Italia-Viet Nam che ebbe origine nel pieno del conflitto antiamericano in Viet Nam, per opporsi all’occupazione e per promuovere la solidarietà internazionale nei confronti del popolo vietnamita che si batteva per la propria indipendenza nazionale.
Raccontare gli atti non vuol dire dimenticare gli uomini e le donne che nell’associazione hanno contribuito a realizzarli, ma valorizzare il carattere collettivo dell’impresa, che appunto sostanzia l’attività di una associazione. Per questo, la storia che ci accingiamo a scrivere non vuole dimenticare nessuno di coloro che hanno partecipato all’impresa collettiva, anche se la nostra memoria può risultare lacunosa nel ricordo dei singoli. Memoria innanzitutto di riunioni, di discussioni, di decisioni, di contrasti, ove ognuno ha dato il proprio contributo, e che hanno prodotto fatti rilevanti nella storia sociale del nostro paese e in quella dello stesso Viet Nam. E questa è una caratteristica peculiare della storia dell’associazione, perché essa non appartiene solo a noi, ma si inserisce a pieno titolo nelle vicende storiche del Viet Nam. È la storia di un ponte ideale che ha unito due popoli, perché ogni azione dell’associazione ha avuto un riscontro nella vita sociale e politica del Viet Nam, così come ogni avvenimento di quel paese ha inciso nella coscienza sociale del nostro paese anche grazie all’attività dell’Associazione.
Il 10 febbraio 1971 a Roma i rappresentanti italiani alla “Conferenza permanente di Stoccolma per la pace e l’indipendenza dell’Indocina” decisero di costituirsi in Comitato che prese il nome di Comitato Nazionale Italia – Viet Nam, aderente alla conferenza. I promotori furono l’onorevole Riccardo Lombardi e l’onorevole Gino Bertoldi per il P.S.I., gli onorevoli Galloni e Fracanzani per la D.C., il senatore Franco Calamandrei per il P.C.I., l’onorevole Franco Bojardi per il P.S.I.U.P., la senatrice Tullia Carettoni per la sinistra indipendente e il dott. Angelo Gennari per le A.C.L.I.
Il Comitato diffuse il seguente appello, sottoscritto da tutti i promotori: “La guerra degli USA contro la libertà e l’indipendenza del Vietnam si è estesa seguendo la logica inesorabile dell’aggressione a tutta l’Indocina. La situazione nel Sud-est asiatico ritorna così in primo piano fra i pericoli per la pace nel mondo. L’onore, prima ancora che l’interesse, di ogni democratico, di ogni socialista, di ogni cristiano è in gioco se si lasciano nell’isolamento i popoli indocinesi quando difendono, insieme ai loro diritti fondamentali e con spaventosi costi, il diritto di tutti. Per questo occorrono urgentemente solidarietà e aiuto morale, politico e materiale. Alcuni di noi hanno svolto la propria opera di solidarietà e di aiuto aderendo e partecipando, come corrispondenti italiani, alle iniziative della Conferenza Internazionale permanente di Stoccolma per il Vietnam. I risultati non sono stati trascurabili; oggi ciò non può bastare. Abbiamo perciò deciso di costituirci in Comitato Nazionale Italia – Viet Nam allo scopo di continuare – adeguandola alla più grave situazione odierna – l’opera svolta finora. I promotori di tale comitato sono numerosi e delle più diverse e anche opposte matrici politiche, ideologiche, religiose. Il Comitato è aperto alle adesioni più larghe, sia che desiderino il privilegio di partecipare alla sua promozione, sia che vogliano aderirvi. Abbiamo bisogno di aiuto operativo, di contributi materiali anche economici, preferendo, per questi ultimi, che siano numerosi anziché cospicui”.
È opportuno soffermarsi sulle ultime parole dell’appello: “contributi materiali, anche economici, preferendo, per questi ultimi, che siano numerosi anziché cospicui”. La preferenza accordata ai piccoli contributi, purché numerosi, segnala fin dall’inizio la vocazione popolare del Comitato, che si rivolgeva soprattutto alla gente comune, a chi poteva dare anche un piccolo contributo e dunque ai tanti che avessero a cuore la causa della pace e del destino di quei popoli che, con la difesa della propria dignità e indipedenza, garantivano i diritti fondamentali di tutti.
Nel generale clima di solidarietà al popolo Vietnamita e alla sua lotta di liberazione e di mobilitazione per la pace, che vide coinvolti partiti, sindacati, associazioni, comitati, gente comune, prese corpo l’idea di inviare una nave carica di materiali per aiutare la popolazione del Vietnam. Il 17 novembre 1973 dal ponte Andrea Doria del porto di Genova salpò la motonave “Australe” della Cooperativa dei portuali Garibaldi, carica di aiuti del popolo italiano per il popolo del Vietnam. Su quella nave c’era Luciano Sossai, portuale della Compagnia Unica Lavoratori del Porto, che diverrà in seguito membro del Comitato direttivo nazionale dell’Associazione Italia-Vietnam. Alcuni mesi prima i portuali della Compagnia Unica avevano boicottato le navi americane che erano attraccate in porto, rifiutando di scaricarle. Le navi erano ripartite con i container (carichi di armi?) pieni di volantini contro la guerra che i portuali avevano infilato ovunque. In seguito avevano riempito le piazze di Genova per richiamare l’attenzione sui bombardamenti che in Viet Nam infierivano sulla popolazione civile. I portuali avevano preso collegamenti con gli operai della pianura padana, soprattutto dell’Emilia-Romagna e, dopo aver formato con questi un comitato per la pace in Viet Nam, avevano iniziato a raccogliere materiale per la popolazione in guerra. Fu una gara di generosità tra gli uomini del mare e gli uomini di terra. I portuali stivarono poi il materiale raccolto con il lavoro volontario delle loro braccia e infilarono nella pancia della nave ogni genere di cosa utile: trattori, ospedali da campo, tende prefabbricate, medicinali, quaderni, vestiti e automobili. Al momento della partenza arrivò una famiglia con una Fiat 500 piena di giocattoli e il papà consegnò le chiavi del veicolo a Luciano Sossai dicendogli: “Portala laggiù. Servirà”. E tornarono a casa a piedi. Sossai era stato scelto dalla Compagnia Unica allora rappresentata dal console Giovanni Agosti per portate l’Australe in Viet Nam.
L’equipaggio era raccogliticcio e il viaggio fu reso difficile dalle condizioni climatiche e dalle mine che disseminavano le acque vietnamite. Oltre ad aiuti materiali, la nave trasportò anche i disegni di centinaia di alunni delle scuole genovesi, che vollero così testimoniare la propria vicinanza ai bambini vietnamiti.
Il 22 dicembre 2008 presso il salone della Regione Liguria, avverrà la presentazione del libro scritto da Luciano Sossai e dalla giornalista del Secolo XIX di Genova Donata Bonometti: “Rotta 17° parallelo. Dal Porto di Genova una nave carica di pace. Destinazione Viet-Nam”, che racconta il viaggio e non solo: superando la guerra, il libro ripercorre le strade della vita di tutti i giorni del Viet-Nam tornato alla normalità, quasi a sottolineare l’esito simbolico della missione di pace. Nulla di quell’esperienza poteva essere dimenticato ed il libro rappresenta la testimonianza permanente di quanto profonda fu l’influenza della lotta vietnamita nello sviluppo del movimento per la pace nel mondo.
L’attività di sostegno e di solidarietà alla lotta del popolo Vietnamita e per la pace si svilupparono anche negli anni successivi. Sull’onda di quell’imponente movimento, che si era creato contro l’aggressione americana in Viet-Nam e poi a sostegno della ricostruzione del paese, alla fine della guerra e dopo la conquista dell’unità e dell’indipendenza, il 12/6/1986, con la sottoscrizione dell’atto costitutivo in Roma, nacque l’associazione culturale denominata “Associazione Italia – Vietnam per l’amicizia, la cooperazione e gli scambi culturali e scientifici”.
Nella consapevolezza che la nuova situazione politico-istituzionale del Viet Nam imponeva un aggiornamento della finalità dell’associazione, i soci fondatori Giovannini Mario, sindacalista, Giulianati Sergio, sindacalista, Regard Maria Teresa, vedova Calamandrei, Mykkonen Irma Onerva, Enriques Agnoletti Enzo, senatore della Repubblica e Masina Ettore, deputato al Parlamento, assegnarono all’associazione il compito principale di promuovere scambi culturali e scientifici tra i due paesi per aprirli alla reciproca conoscenza e approfondire l’amicizia tra i due popoli nella ritrovata condizione di pace nel Viet Nam e nel clima di ammirazione che la lotta per l’indipendenza del paese aveva creato in Italia. A comporre il consiglio direttivo furono nominati gli stessi soci fondatori tra i quali Presidente il senatore Enzo Enriques Agnoletti e Segretario Flavio Giovannini.
Enzo Enriques Agnoletti nato a Bologna nel 1909, laureato in Giurisprudenza, fu attivista politico e parlamentare. Antifascista militante, condannato a cinque anni di confino in Abruzzo, fu uno dei fondatori del movimento liberalsocialista e quindi, nelle file del Partito d’Azione e dei gruppi partigiani di “Giustizia e Libertà”, una delle maggiori personalità della Resistenza toscana. Sua sorella, Anna Maria, del Movimento cristiano sociale, caduta nelle mani dei nazifascisti a Firenze, fu assassinata dopo giorni di torture.
Nell’aprile del 1945 Enriques Agnoletti affiancò Piero Calamandrei nella fondazione del mensile di politica e di cultura Il Ponte del quale, dopo la scomparsa di Calamandrei, assunse la direzione. Anche in questa veste ha partecipato, in Italia e nei vari continenti, a tutte le iniziative a favore dei popoli in lotta per la loro liberazione nazionale, cominciando dal Vietnam e dalla denuncia delle atroci armi di sterminio utilizzate dal governo statunitense e passate a lungo sotto silenzio, a parte qualche eccezione, dai media italiani. Eletto al Consiglio comunale di Firenze, in rappresentanza del Partito socialista, fu vice-sindaco nella seconda Giunta di Giorgio La Pira (1961-64), che aprì un corso politico senza eguali, per la difesa della pace nel mondo e dei posti di lavoro in Italia. L’ultima fase della sua vita – estromesso dal Partito socialista, perché solidale con Tristano Codignola contro la segreteria craxiana – fu segnata dall’elezione in Parlamento per il gruppo della Sinistra indipendente, fondato da Ferruccio Parri. Enzo Enriques Agnoletti rivestì, sia pure per breve tempo, anche l’incarico di vicepresidente del Senato.
Redazionale CSV/Ass. Italia VN
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