Le storie degli italiani in Vietnam sono molteplici e diverse tra loro. Alcune sono state dimenticate e poi recuperate, come quelle di chi prese parte a Dien Bien Phu. Altre sono rimaste sottaciute per anni, come quella della band italiana che suonava nella basi americane durante la guerra. Ci sono poi storie di italiani che hanno fatto coraggiosamente la loro parte per portare la pace in Vietnam o che, con il loro racconto sul campo, hanno aiutato gli italiani a capire la storia del Paese lì dove la si stava facendo. Ma le storie degli italiani in Vietnam non finiscono qui: anche in tempi più recenti, e ancora oggi, ci sono italiani la cui storia è indissolubilmente intrecciata con quella del Vietnam.
In questo articolo elenchiamo alcuni italiani e raccontiamo alcune storie che sono diventate libri: sono libri di italiani che hanno raccontato direttamente le loro storie, oppure libri di giornalisti e scrittori che hanno voluto raccontare vite di italiani in Vietnam. Sono storie di relazioni, legami e racconti di vita che hanno contribuito a creare la storia per come oggi la conosciamo.
Storie di italiani in Vietnam: Il periodo della fine del colonialismo francese
Beniamino Leoni, Emil Stocker, Rudi Altadonna
Tre uomini e un destino chiamato Dien Bien Phu. Una premessa: in Indocina, dal 1946 al 1954, hanno combattuto tra i 5.000 e i 7.000 italiani inquadrati nella legione straniera che la Francia utilizzò per provare invano a mantenere il dominio sulla loro colonia. Qui si inseriscono le ricerche del giornalista Luca Fregona, che si è imbattuto in decine di storie di quello che definisce “il Vietnam degli italiani”. Ne ha selezionate tre, tutte di giovani provenienti dal suo territorio. In “Soldati di sventura”, Fregona racconta dunque la vita di tre ventenni altoatesini, partiti “volontari” per motivi diversi e che, senza conoscersi l’uno con l’altro, hanno visto le loro vite affondare nel fango di Dien Bien Phu, a diecimila chilometri da casa, in una guerra che non apparteneva né a loro né all’Italia.
Storie di italiani in Vietnam: il periodo dell’occupazione statunitense e della “guerra del Vietnam”
Giorgio La Pira e Mario Sica
Tra il 1965 e il 1968 l’Italia, che aveva un’ambasciata nell’allora Saigon, si rese protagonista dell’operazione Marigold con cui si mirava a raggiungere una pace totale e a porre fine alla guerra del Vietnam. Mario Sica, oggi diplomatico a riposo, ha contribuito direttamente ai tre tentativi di pace italiani alla guerra in Vietnam. In quegli anni, Mario Sica era il decifratore d’ambasciata nell’allora Saigon, nel Vietnam del Sud. Fu anche uomo di fiducia di Giovanni D’Orlandi, l’ambasciatore italiano del Vietnam del Sud in quel periodo, considerato grande diplomatico italiano del secondo dopoguerra.
In “L’Italia e la pace in Vietnam”, Mario Sica racconta la missione di Giorgio La Pira a Hanoi ed il seguito che le dette Fanfani, il canale italo-polacco noto come “operazione Marigold”, portato avanti dall’ambasciatore italiano D’Orlandi a Saigon su istruzioni di Fanfani. E poi la successiva “operazione Killy”, condotta dallo stesso D’Orlandi da Roma prima dell’apertura dei negoziati di Parigi.
Le Stars
Quella delle Stars è una delle storie più surreali che ha come protagoniste delle italiane in Vietnam. Nell’estate del 1968 cinque giovanissime ragazze, di cui solo una già maggiorenne, firmarono un contratto per una tournée in Estremo Oriente. Erano appunto Le Stars, una band italiana tutta al femminile. Solo una volta partite scoprirono che, per un fraintendimento contrattuale, si sarebbero ritrovate nel Vietnam del Sud lacerato dalla guerra. Qui trascorsero tre lunghi mesi a suonare nelle basi militari americane. Questa storia è rimasta sottaciuta per ben cinquant’anni, fino a quando Daniela Santerini, una delle protagoniste, l’ha raccontata nel suo libro “Choi-oi, l’incredibile avventura delle Stars nel Vietnam del 1968″.
Tiziano Terzani
Giornalista e scrittore, Tiziano Terzani arrivò in Vietnam nel 1972 per raccontare quelle che sarebbero state le ultime fasi del conflitto. Il giornalista tenne un diario di corrispondente al fronte, che poi pubblicò nel novembre del 1973. “Pelle di leopardo” è il più celebre tra i libri di autori italiani sulla guerra del Vietnam e, nell’edizione attuale, comprende anche un altro scritto intitolato Giai Phong! La liberazione di Saigon. Terzani, infatti, nel 1975 fu tra i pochi giornalisti non solo ad assistere alla caduta dell’allora Saigon, ma anche a rimanervi per tre mesi dopo la presa del potere da parte delle forze comuniste.
Storie di italiani in Vietnam: Gli anni Duemila
Roberto De Castro
Nel 2006, in una foresta del centro del Vietnam, un gruppo di monaci trovò un neonato insanguinato e morente, sbranato dagli animali, senza una gamba e senza tutti gli organi genitali. I monaci diedero a questo bimbo, ancora miracolosamente vivo, il nome Thien Nhan.
L’americano Greig Craft, presidente di una ong operante in Vietnam, e sua moglie Na Huong si misero alla ricerca di chirurghi capaci di intervenire in questo campo. I due entrarono in contatto con Roberto De Castro, Chirurgo Urologo Pediatrico italiano di fama mondiale proprio per avere sviluppato una pionieristica tecnica di ricostruzione di genitali maschili in età infantile. De Castro accolse l’invito ad operare il piccolo Thien Nhan e dal 2011 coordina chirurghi italiani, statunitensi, vietnamiti e di altre nazioni che assistono i bambini offesi da malattie o incidenti all’apparato urinario e genitale. Ne “Il bimbo e le belve. Storia di un uomo e del bambino del miracolo” (Baldini Castoldi) Viliam Antonio Amighetti e lo stesso Roberto De Castro raccontano questo cammino personale e professionale straordinario e fortunato.
Carlo Urbani
Carlo Urbani è uno di quei personaggi di cui tutti i suoi connazionali dovrebbero conoscere la vita. Medico e microbiologo, nel 2003 ha dato la vita per la ricerca sulla SARS, la malattia al centro dell’epidemia esplosa in Estremo Oriente in quegli anni. Fu il primo a identificarla e classificarla. Grazie ai suoi approfonditi studi e al suo sacrificio, il Vietnam ha potuto isolare l’agente patogeno del virus e, attraverso un’azione di quarantena e con cure dedicate, è riuscito a fermare l’epidemia. Fu proprio grazie a Carlo Urbani che il Vietnam fu il primo paese a poter dichiarare la SARS debellata. Il suo impegno di uomo e di medico è un’ulteriore testimonianza della profonda amicizia e solidarietà tra Italia e Vietnam. Nel 2020 è stato insignito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella della Gran Croce d’Onore dell’Ordine della Stella d’Italia.
Lucia Bellaspiga ha raccontato la sua storia in “Medico senza Frontiere. Ritratto di Carlo Urbani” (Ancora editore, 2013). Ancora più di recente, Ilenia Severini ha realizzato una sua biografia per bambini della scuola primaria: si intitola “Carlo Urbani. Una vita per gli altri” (La Spiga editore, 2021).
A vent’anni dalla sua scomparsa, grazie alla casa editrice Becco Giallo il pensiero, la vita e il sacrificio di Urbani rivivono nel libro di Francesco Niccolini e Sara Vincenzi: realizzato in collaborazione con l’Aicu, l’associazione italiana Carlo Urbani, questa biografia a fumetti si intitola “Carlo Urbani. Il medico della Sars”.
2014-2024:
Questi dieci anni di TuttoVietnam