Una scena comune a cui si assiste quando si viaggia in Vietnam è quella delle vietnamite che camminano con grazia indossando il nón lá, il tradizionale cappello vietnamita a forma conica. Il nón lá è molto più di un semplice cappello: è uno dei simboli più iconici della cultura vietnamita, in particolare legato alle donne e al vestito áo dài. Ma come è fatto e a cosa serve? Lo spieghiamo in questo approfondimento!

Il cappello vietnamita: la leggenda del nón lá

Come spesso accade in Asia, la storia del nón lá si intreccia con il mito. La leggenda dell’origine del cappello vietnamita è strettamente legata alla storia della coltivazione del riso in Vietnam.

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La storia racconta che una volta, durante un acquazzone torrenziale che durava da settimane, inondando terre e case e provocando agitazione ai contadini, una graziosa dea discese dal cielo. Portava in testa un cappello gigante, grande come il cielo stesso, formato da quattro grandi foglie tenute insieme da bastoncini di bambù. Il cappello era così grande che proteggeva le persone dalla pioggia ed era in grado di dissipare le nuvole. La presenza della dea permise dunque alle persone di tornare a una vita normale.

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La dea insegnò alle persone tante cose, tra cui anche come coltivare il riso. Un giorno, mentre la dea raccontava una delle sue storie, gli uomini si addormentarono ascoltando la sua voce rassicurante. Quando si svegliarono, la dea se n’era andata.

Per onorarla costruirono un tempio e tutti seguirono il suo esempio prendendo a cuore i suoi insegnamenti. Si recarono nelle foreste per trovare foglie simili a quelle che la dea aveva sulla testa, che poi cucirono insieme su una struttura di bambù. Il cappello divenne quindi un oggetto indispensabile, un elemento essenziale quotidiano per i contadini delle risaie, per le donne che remavano in barca traghettando i passeggeri da una sponda del fiume all’altra e per coloro che viaggiavano per chilometri sotto il sole cocente.

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Il cappello vietnamita: com’è fatto

Ci sono molte storie sull’origine del cappello conico. Le prime testimonianze dell’uso di una prima versione del cappello si trovano scolpite su un tamburo di bronzo di Ngoc Lu e su un vaso di bronzo di Dao Thinh che risalgono ad un periodo tra il 2.500 e il 3.000 a.C. Secondo la storia vietnamita, il nón lá apparve nel Tredicesimo secolo, durante la dinastia Tran. Si dice che, a quel tempo, il cappello conico era usato come accessorio per le donne ricche, ed era piuttosto spesso e pesante. 

Con il passare del tempo, il cappello vietnamita si è evoluto, cambiando e distinguendosi in molte varianti. Si contano fino a cinquanta tipi di cappelli conici diversi, che si differenziano non solo per la forma ma anche per i materiali con cui sono realizzati.

Portrait Of A Hoi An Woman

Il cappello conico è solitamente lavorato con diversi tipi di foglie. I cappelli hanno spesso un cinturino in velluto o seta da tenere al collo.

Le foglie sono disposte su un telaio costituito da piccole stecche di bambù piegate ad arco, fissate con filo o seta. I raggi sono ricavati in bastoncini di bambù sottili, piccoli ed elastici e poi piegati in cerchi di diverso diametro per formare dei coni, disposti a forma piramidale.

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Sebbene nel corso dei secoli abbia subito vari cambiamenti, il cappello vietnamita è diventato un elemento indispensabile nella vita quotidiana dei vietnamiti, fino ad entrare nella poesia e nella letteratura.

Le diverse tipologie

Come abbiamo visto, l’iconico cappello vietnamita si distingue in numerose varianti. Giusto per fare qualche esempio, possiamo distinguere:

⬆ cappelli fatti di foglie di palma e telai di bambù, ovvero il tipo più popolare in Vietnam;

⬆ cappelli realizzati con foglie di cocco: li si vedono di solito nel sud del Vietnam, in particolare nella regione del Mekong;

nón Quay Thao (detto anche nón ba tầm): i cappelli Quay Thao sono fatti di foglie di palma ma, anziché essere conici ed appuntiti, hanno una tesa larga e piatta. Questo tipo è utilizzato nel Vietnam settentrionale durante alcune attività pubbliche (per esempio durante le performance di Quan Ho) o anche solo per decorazione;

nón lá sen, realizzato con foglie di loto;

nón lá bàng, apparso di recente a Hue. È realizzato con le foglie del mandorlo indiano (Terminalia catappa) ed è principalmente usato come decorazione e durante spettacoli artistici. 

Esistono poi numerose varianti tipiche di alcune specifiche zone geografiche. Quella più nota è il nón bài thơ, letteralmente “cappello conico poetico”. Si tratta di un cappello tipico della città di Hue. È molto particolare perché ha uno strato di un’immagine o una poesia viene inserita tra i due strati di foglie. In questo modo, i versi poetici si possono vedere solo quando il cappello è illuminato dalla luce del sole.

Il cappello vietnamita: a cosa serve

A proteggere la testa dal sole, ovviamente. Ma le caratteristiche del non la permettono al cappello vietnamita di assolvere a numerose altre funzioni. Poiché qualche volta è rivestito di uno strato di vernice impermeabile, i vietnamiti possono utilizzarlo per proteggersi anche dalla pioggia. Ci sono anche usi più “creativi”. Per esempio, capovolgendolo, si può usare come cesto per piccole cose da comprare al mercato. I vietnamiti usano anche cappelli conici per decorare le loro case, ma anche ristoranti o caffè.

Vietnamese lady with Ao Dai Vietnam traditional dress

Il cappello conico è anche un simbolo della moda vietnamita. La semplicità del cappello conico si abbina perfettamente ad abiti come l’áo dài, aggiungendo un tocco di eleganza agli abiti tradizionali vietnamiti. Quando alcune ragazze scattano foto con un abito lungo tradizionale, il cappello conico vietnamita è dunque un accessorio indispensabile!

Per alcune giovani coppie, il nón lá è talvolta un ottimo strumento per nascondere al pubblico i loro baci! Per noi occidentali, il cappello conico è anche un ottimo souvenir da portare a casa, per mostrare a tutti questo simbolo tradizionale del Vietnam.

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