Il governo vietnamita ha adottato misure severe contro la diffusione del Coronavirus (COVID-19), che riguardano anche il visto per il Vietnam. In questo articolo, in continuo aggiornamento, raccogliamo le cose da sapere sul Coronavirus in Vietnam. Qui trovi le informazioni più aggiornate sulla situazione in Vietnam e ti spieghiamo se e come si può fare un viaggio turistico nel Paese.

Attenzione – Il post che stai leggendo è relativo al 2021. Puoi conoscere la situazione del coronavirus in Vietnam nel 2022 consultando questo articolo.

Parte I: domande e risposte

Coronavirus: si può andare in Vietnam?

A seguito della diffusione del “nuovo coronavirus” (Covid-19), il Governo vietnamita ha introdotto stringenti misure che impediscono o limitano fortemente l’ingresso di cittadini stranieri. Per questo motivo, in questo breve paragrafo ti spieghiamo se si può andare in Vietnam.

Ultimo aggiornamento: 28 dicembre 2021

👉⛔ Il Vietnam ha temporaneamente sospeso l’ingresso di tutti i turisti. Non è possibile andare in Vietnam per un viaggio di turismo. Per gli italiani e per tutti gli altri stranieri è quindi sospesa l’esenzione del visto per soggiorni fino a 15 giorni e la concessione di tutti i visti per turismo, sia presso le Ambasciate o i Consolati vietnamiti, sia all’arrivo in aeroporto (“visa on arrival”), sia tramite piattaforma online (“e-visa”). I visti già concessi sono privi di validità.

Possono entrare in Vietnam solo diplomatici, delegazioni ufficiali, investitori, esperti tecnici, lavoratori altamente qualificati e dirigenti d’impresa tramite apposito visto la cui procedura deve essere attivata dai soggetti invitanti (datore di lavoro oppure società invitante).

Quando si potrà tornare a viaggiare in Vietnam?

Se stai pianificando una vacanza in Vietnam, è fondamentale conoscere a partire da quando il Paese aprirà le frontiere ai turisti. Per questo motivo, qui di seguito ti segnaliamo quali sono le notizie più recenti.

Ultimo aggiornamento: 28 dicembre 2021

👉📢 Il Vietnam non ha ancora comunicato quando i turisti italiani e tutti gli altri stranieri potranno entrare liberamente nel Paese per un viaggio di turismo. Le autorità hanno reso noto un “programma-pilota” di riapertura, organizzato in tre fasi. La prima fase è iniziata alla fine di novembre e potrebbe concludersi all’inizio del 2022. Durante questa fase-pilota un numero molto ristretto di turisti può visitare soltanto una di alcune località del Vietnam (al momento Phú Quốc, Khánh Hòa, Quảng Nam, Đà Nẵng e Quảng Ninh), organizzando il viaggio esclusivamente attraverso agenzie di viaggio e soggiornando esclusivamente presso le strutture apposite. La seconda fase, che dovrebbe riguardare la prima parte del 2022, sarà caratterizzata da un incremento delle destinazioni accessibili. La terza fase è quella della riapertura completa, che avverrà a seconda dell’andamento della situazione epidemiologica.

Le cose che sappiamo sul “programma-pilota” di riapertura

Il limitato numero di turisti che partecipa al “programma-pilota” può entrare in Vietnam solo se in possesso sia di un certificato vaccinale (il “green pass”) in corso di validità sia di un tampone effettuato entro 72 ore. Bisogna inoltre munirsi di un’assicurazione sanitaria che copra che anche i rischi connessi al Covid-19. La copertura minima richiesta è pari a 50.000 dollari. La durata massima del soggiorno per turismo è di 90 giorni.

Le cose ancora da chiarire

Secondo la normativa vigente, anche in presenza del certificato vaccinale e del tampone il turista che partecipa al “programma-pilota” è obbligato ad una quarantena di sette giorni. Questo è ancora uno dei punti aperti non ancora definiti dalle autorità. Il Ministero del Turismo ha proposto (ma non ancora approvato) la rimozione della quarantena. Secondo questa proposta, ogni turista verrà testato il primo e il settimo giorno di soggiorno.

Come posso sapere quando si potrà tornare a viaggiare in Vietnam?

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Parte II: una panoramica della situazione Covid in Vietnam nel 2021

Situazione Covid in Vietnam: i dati in tempo reale

In questa sezione ti mostriamo le statistiche del coronavirus in Vietnam. Qui di seguito trovi una panoramica delle statistiche ad oggi, in particolare la situazione dei contagiati al Covid in Vietnam, i casi di guarigione ed il numero di morti.

I casi di Covid in Vietnam

Il Vietnam ha registrato due ondate di contagio del coronavirus nel 2020: quell’anno il totale dei casi registrati si è fermato a quota 1.465. Nel 2021 la “terza ondata” è stata causata da un focolaio scatenato a fine gennaio nella provincia settentrionale di Hai Duong. La “quarta ondata” è iniziata il 27 aprile con una serie di contagi registrati in alcune zone del Paese, tra cui Bac Giang e Bac Ninh. A fine giugno l’epicentro di contagio è diventato Ho Chi Minh City.

Il numero dei casi di positività al coronavirus registrati in Vietnam è stato piuttosto basso nel 2020, per poi incrementare considerevolmente nel 2021 durante la “quarta ondata”. Il grafico in basso mostra una comparazione tra Italia e Vietnam. Nello specifico, il grafico evidenzia i casi di Covid confermati nei due Paesi:

I morti in Vietnam a causa del Covid

Nel 2020 in Vietnam sono morte 35 persone a causa del Covid. I casi di decesso si sono concentrati tra il 30 luglio (a sei mesi dal primo caso di positività al coronavirus registrato in Vietnam) e il 9 settembre 2020. La prima morte del 2021 causata dal Covid si è registrata il 15 maggio, nel corso della “quarta ondata” di contagio in Vietnam. Il grafico qui di seguito mostra la progressione temporale del numero di morti a seguito del Covid in Vietnam:

Le vaccinazioni in Vietnam

La campagna vaccinale in Vietnam è partita il 7 marzo 2021 attraverso la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Il Vietnam è tra i paesi beneficiari del programma internazionale COVAX (“Covid-19 Vaccine Global Access”) che mira a di fornire in tutto il mondo, e in particolare ai Paesi poveri, un uguale accesso ai vaccini anti-covid.


Parte III: un passo indietro

Come il Vietnam ha gestito il Coronavirus nel 2020

Sebbene il Vietnam abbia registrato il suo primo caso di COVID-19 già il 23 gennaio 2020, tuttavia nei quattro mesi successivi ha riportato solo poco più di 300 casi e nessun morto. Questo successo iniziale è stato attribuito a diversi fattori chiave, tra cui un sistema sanitario pubblico pronto, un governo centrale forte e una strategia di contenimento proattiva basata su test, tracciamento e messa in quarantena completi. Uno dei motivi per cui il Vietnam è stato in grado di agire così rapidamente è che il paese ha subito la SARS nel 2003 e casi di influenza aviaria tra il 2004 e il 2010. Pertanto, il Vietnam aveva sia l’esperienza che le infrastrutture per intraprendere nell’immediato un’azione appropriata.

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Tracciamento dei casi e contenimento

Il Vietnam ha adottato un approccio basato sui test, realizzandone alcuni di massa nelle comunità in cui erano stati registrati dei casi. È stato realizzato un sistema basato su tre gradi di tracciamento dei contatti per ogni caso positivo. Come risultato del processo di tracciamento, ha collocato centinaia di migliaia di persone (compresi i viaggiatori internazionali e coloro che, pur non manifestando ancora sintomi, hanno avuto stretti contatti con persone risultate positive), in appositi centri di quarantena gestiti dal governo. Si ritiene che questo abbia ridotto notevolmente la trasmissione sia a livello familiare che nella comunità. Inoltre, il Vietnam ha implementato quarantene di massa nei sospetti punti caldi sulla base dell’evidenza epidemiologica in evoluzione nel tempo.

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Gestione degli assembramenti e limitazione dei viaggi e della mobilità

Anche prima che i primi casi in Vietnam fossero confermati, il governo vietnamita ha mosso i primi passi per attuare chiusure e limitare la mobilità per cittadini e viaggiatori internazionali. Diversamente, la maggior parte degli altri paesi del mondo ha temporeggiato fino a quando i numeri non erano molto più alti.

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Le autorità non hanno più rilasciato i visti per i turisti cinesi a partire dal 30 gennaio, appena una settimana dopo la conferma del primo caso. Al termine dei dieci giorni di vacanze del capodanno lunare (che cadeva il 31 gennaio), il governo del Vietnam ha disposto la chiusura di tutte le scuole. In quei giorni c’erano solo cinque casi confermati nel Paese.

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Il governo ha sospeso i voli da e per la Cina il 1 febbraio e i collegamenti ferroviari il 5 febbraio: in quei giorni i casi registrati di coronavirus in Vietnam non raggiungevano le due cifre. Nello stesso momento il Vietnam ha iniziato a collocare le persone provenienti dai paesi colpiti dal Covid-19 in grandi centri di quarantena gestiti dal governo per una durata di 14 giorni. Si è trattato inizialmente di persone provenienti dalla sola Cina, ma già il 1 marzo la pratica è stata estesa a chi proviene dalla Corea del Sud e, dal 20 marzo, a tutti gli arrivi dall’estero. Il 22 marzo il Vietnam ha chiuso i confini e sospeso tutti i voli internazionali. I vietnamiti oggetto di rimpatrio hanno dovuto seguire la procedura di quarantena dei centri appositi.

Il lockdown nazionale e l’allentamento delle misure

Il Vietnam è entrato in un lockdown nazionale il 1 aprile. Inizialmente fissato per 15 giorni, il blocco è stato esteso a 21 giorni in 28 delle 63 province vietnamite.

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Le scuole sono state aperte tra il 4 e l’11 maggio. I trasporti pubblici, i voli interni e i taxi hanno ripreso ad operare, ma i voli internazionali sono rimasti bloccati. Tutti hanno dovuto indossare una mascherina in pubblico. Nonostante l’allentamento delle limitazioni ed un seguente aumento dei casi, nel 2020 questi sono rimasti relativamente contenuti così come il numero dei decessi.

2014-2024:
Questi dieci anni di TuttoVietnam

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